Requiem per RomaPedala

Il naufragio della piattaforma Splinder, che mi ha obbligato lo scorso mese a fare le valigie in fretta e furia per traslocare questo blog, si è pienamente compiuto solo ieri, finendo col mietere una vittima illustre: “Romapedala – il blog dei ciclisti romani”. Il “blog collettivo”, nato da un’intuizione di Alberto “SempreOltre”, dopo una fortunata stagione sul finire dello scorso decennio aveva registrato negli ultimi anni un progressivo declino, dettato da tutta una serie di concause.

La mia personale partecipazione a Romapedala, da inseritore oltre che commentatore, iniziata a metà del 2006 è proseguita per poco più di un anno e mezzo. All’epoca, dopo la chiusura del capitolo “Fiab-Ruotalibera”, stavo cercando un modo per continuare a lavorare sui temi della ciclabilità, ed Alberto mi offrì di partecipare al suo blog, vicino alla massa critica, alle ciclofficine ed alle istanze più radicali del ciclismo romano.

Nell’arco di quei pochi mesi, tra le altre cose, fu realizzata la tanto discussa “Ciclabile Togliatti”, inaugurata la “Ciclabile della Musica”, fu iniziato il percorso per la definizione del Biciplan comunale, nacque il “Ciclopicnic”. Personalmente posso annoverare il viaggio in bici al Camino de Santiago, un paio di stagioni teatrali, la nascita del blog Mammifero Bipede, la definizione ed il collaudo del Grande Sentiero Anulare, il viaggio in bici in Albania e, nell’ultimo periodo, la gestazione e la nascita del Forum Cicloappuntamenti.

In quest’arco di tempo la mia convivenza con i frequentatori, i commentatori e le varie anime rappresentate nel blog non fu semplice: diverse le posizioni sulla collaborazione con l’amministrazione cittadina, sul tipo di scelte urbanistiche da perorare e finanche sul modo di intendere ed usare la bicicletta per il ciclismo quotidiano e per lo svago domenicale. Le schermaglie, battibecchi ed i distinguo che si sviluppavano nei commenti in coda alle diverse iniziative portarono, alla lunga, al deteriorarsi di diverse amicizie.

Niente di nuovo sotto il sole. Quando si fa fronte comune per un obiettivo la solidità della coalizione è vincolata all’ottenimento di risultati, mancando questi è facile scaricare sugli altri la responsabilità dell’insuccesso, ed ogni minima divergenza di opinioni sulla linea da seguire diventa il pretesto per accuse e recriminazioni.

Per quanto riguarda me, riconosco un’intransigenza che mi accompagna da sempre, la stessa che all’epoca si scontrò con intransigenze di segno opposto innescando un’escalation via via meno gestibile. Il tutto giunse ad un punto di non ritorno con la nascita del forum Cicloappuntamenti, interpretato da alcuni come una sorta di “tradimento” degli obiettivi del blog, tra i quali figurava la promozione dell’uso della bicicletta anche con “finalità ludiche”.

Il fatto è che ragionando, nel corso dei mesi, mi ero reso conto di limiti intrinseci allo strumento Blog che si sarebbero potuti ovviare solo per mezzo di uno strumento diverso, come poteva essere un forum. La verticalità obbligata, determinata dal fatto che solo alcune persone potessero inserire post, fungeva da “collo di bottiglia” impedendo l’entrata in circolo di nuove energie e risorse. Purtroppo questo concetto non riuscii a farlo comprendere alle persone con cui collaboravo al blog, o piuttosto da parte loro non ci fu alcuna intenzione di provare a comprendere.

In un’ottica più allargata la mia idea era di dar vita ad un network di strumenti diversi ed intercomunicanti, un forum per l’autorganizzazione delle iniziative ed un blog a mo’ di “testata on-line” sui problemi della ciclabilità. Fu nel corso di un’animata telefonata che Alberto stesso mi chiarì come una cosa del genere non lo interessasse affatto. Da lì in poi, da parte del blog Romapedala e dei suoi partecipanti non ottenni nessun aiuto, nessun incoraggiamento, nessuna pubblicità per il nascente forum, solo indifferenza e malcelata ostilità.

Fu a quel punto, circa quattro anni fa, che la mia strada e quella del Blog Romapedala si separarono di nuovo e definitivamente. Nei mesi successivi, mentre io investivo energie nella crescita della nuova creatura, Alberto iniziava una carriera lavorativa che gli impediva di seguire il blog con la continuità che vi aveva dedicato in precedenza, mentre i frequentatori del blog continuavano ad azzannarsi fra loro nello spazio dei commenti, iniziando il declino che ha portato la community alla quasi estinzione già sul finire del 2011.

Col fallimento di Splinder, “SempreOltre” ha lasciato che tutto quello che era stato Romapedala nel corso degli anni venisse spazzato via dalla rete, senza far nulla per opporvisi. È una scelta che non condivido, continuando a ritenere che un blog appartenga a tutti quelli che vi hanno scritto nel corso degli anni, e non solo al suo fondatore. Purtroppo le modalità di migrazione decise da Splinder non hanno consentito che altri operassero il salvataggio, ed Alberto deve aver preferito chiudere definitivamente questo capitolo della sua vita.

Ritengo, nonostante tutto, che quella di Romapedala sia stata un’esperienza positiva e fruttuosa per la ciclablità romana, meritavole di essere ricordata e tramandata. La mia intenzione era di trasferire il blog in blocco su un’altra piattaforma e chiuderlo, rendendo tutto il suo contenuto consultabile senza più la possibilità di operare modifiche. Tutto quello che ho potuto fare, in extremis e con qualche acrobazia, è stato di salvare almeno i miei post. È poco, certo, un centinaio scarsi a fronte dei passa tremila complessivi, ma lo stesso non intendevo rinunciarvi. A giorni conto di rimetterli on-line.

17 pensieri su “Requiem per RomaPedala

  1. devo dire che per la meschinità spesso dimostrata nei miei confronti non mi mancherà affatto.

    come si dice a napoli: ‘a fissa ‘n man’eccriature. la ciclabilità è il futuro: un argomento di così alta qualità potenziale non può essere svillaneggiato dalla bassa qualità personale dimostrata.

    • Veramente sulla tua idea di riportare in auge la “ruota fissa” qualche perplessità l’ho sempre avuta anch’io… però ho sempre cercato di mantenere un profilo di confronto dialettico, senza scadere nello “svillaneggiamento” (spero di esserci riuscito…).

  2. Nonostante le vicissitudini che hanno fatto allontanare da Romapedala, alla fine é comunque stataun’esperienza positiva che ti ha portato a cercare ed esplorare oltre che a trovare altre vie e altri modi per affermare le tue idee

    • Certo che si poteva, io l’ho fatto per questo blog… ma occorreva essere l’owner per attivare la procedura di esportazione, e l’owner di Romapedala non ero io.

      (mi sa che sei “crollato” prima di arrivare alla fine del post, è tutto spiegato nel penultimo paragrafo…)

  3. La cosa che più mi lascia l’amaro in bocca è che pur ammettendo che gli owner, anche io non lo ero, non avessero tempo e modo di trasferire tutto potevano almeno chiedere la redirect dell’indirizzo. perchè ora tutti i siti e giornali e forum e blog che linkavano RomaPedala puntano ad un motore di ricerca… 😦
    marco

  4. Pingback: Raccogliendo i cocci | Mammifero Bipede

  5. Ma porca miseriaccia! Non avevo letto questo post, oggi stavo cercando una vecchia cosa che avevo scritto su RomaPedala e mi sono ritrovato qui! Parecchi mesi fa, avevo segnalato a Oltre un programmino per il trasloco, pensavo l’avesse fatto! Gli avevo anche detto che se mi dava le credenziali d’accesso potevo farlo fare da un mio amico esperto di pc.
    Anche io avevo collaborato a RomaPedala, non avevo mai avuto tempo e voglia di entrare nelle fazioni, ma ormai era un patrimonio comune, si poteva almeno trasferire e lasciare in sola lettura da qualche parte.

  6. Pingback: Dove osano i Pierfuffi | Mammifero Bipede

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