1 – Razionalità vs Volontà

(comincia la serie di approfondimenti dei punti elencati sinteticamente nel post precedente, intitolato ‘Sui processi di Inganno’)

Le azioni umane sono il prodotto di una Volontà
La Volontà è, per forza di cose, irrazionale
La Razionalità è uno strumento cognitivo al servizio della Volontà

Per far luce su questi due punti occorre risalire alle origini dei processi vitali, intesi come sviluppo di forme biochimiche complesse in grado di autoreplicarsi..

I processi vitali non emergono da una ‘necessità’, si sviluppano unicamente a partire da potenzialità. Date le necessarie condizioni di contorno, implicanti la possibilità di alimentare a tempo indeterminato una chimica organica complessa, è sufficiente la comparsa di molecole auto-replicanti a dare l’avvio ai processi evolutivi.

Da quel punto in poi i comportamenti utili alla sopravvivenza ed alla riproduzione diventano oggetto di auto-selezione: chi ne dispone si riproduce, chi ne è privo, o carente, si estingue, senza alcuna necessità di operare decisioni razionali.

Col passare del tempo i processi vitali tendono spontaneamente ad un aumento della complessità che coinvolge sia le dinamiche di cooperazione che quelle di competizione. In quest’ottica forme di vita più semplici entrano in sinergia per dar vita ad esseri più articolati, come gli organismi unicellulari, i quali, a loro volta, evolvono in organismi multicellulari.

Nella competizione che si sviluppa spontaneamente per la sopravvivenza, la possibilità di esercitare scelte può rappresentare un vantaggio. Per questo motivo osserviamo che gli esseri più complessi sviluppano organi di senso ed una rete di cellule nervose che fa capo ad un cervello, la cui funzione è decidere quali comportamenti mettere in atto.

Cervelli molto semplici, come quelli degli insetti, possiedono solo un ventaglio ristretto di opzioni geneticamente programmate. Cervelli più complessi, come quelli di mammiferi ed uccelli, possiedono una plasticità che li rende in grado di imparare dall’esperienza e dalla trasmissione di informazioni, modellando comportamenti molto più complessi ed efficaci.

La sfera cognitiva, tuttavia, si sviluppa all’esterno delle aree del cervello, più antiche, che coinvolgono le funzioni emotive. Il motivo di ciò è evidente: la razionalità può tornare utile a dirimere situazioni complesse, ma sono le nostre emozioni, la sfera irrazionale, a farci desiderare di sopravvivere e riprodurci.

Senza il desiderio di vivere non c’è sopravvivenza, senza il desiderio sessuale non c’è riproduzione della specie. La razionalità, di fronte a questi ‘imperativi biologici’, è ricondotta alla sua funzione di strumento: utile alla sopravvivenza, ma sottomessa ad altre priorità, necessariamente irrazionali.

L’irrazionalità della Volontà appare evidente dall’egoismo di fondo che regola i processi biologici: si uccide per vivere, si tolgono spazi e risorse ad altri esseri per riservarne di più a se stessi. Questo avviene a monte di tutto, prima dell’evoluzione di organismi complessi, prima dell’emergere degli esseri unicellulari: la molecola organica in grado di cannibalizzare un’altra molecola organica e fare una copia di se stessa già attua, inconsapevolmente, questa modalità relazionale.

Ho usato il termine egoismo, ma è un uso improprio. Solo esseri evoluti, capaci di operare scelte consapevoli, possono descrivere i propri comportamenti in termini di ‘egoismo’. Per organismi più semplici è solo l’unica maniera di continuare ad esistere e non estinguersi. Approfittare delle opportunità è una sorta di ‘dettato universale dei processi biologici’.

In questo scenario, in tempi recenti, appare la Razionalità, che potremmo descrivere come ‘la capacità di prevedere l’esito di diverse azioni potenziali’. I processi razionali consistono nel ricondurre quanto sperimentabile attraverso i sensi ad una concatenazione di fenomeni di causa-effetto, generando un’architettura logica in grado di rendere anticipabili le conseguenze di determinate azioni e situazioni.

La Razionalità è ciò che ha consentito lo sviluppo scientifico ed il raggiungimento di un livello di ‘benessere’ impensabile per le generazioni precedenti, finendo con l’assurgere a specificità unica e peculiare dell’essere umano e a dar vita a nuove mitologie ed ideologie.

Di fatto, però, l’esistenza di un singolo individuo, o di una specie, o dell’intero ambito dei processi viventi non può essere ricondotto ad alcunché di razionale. Ogni tentativo di far ciò è un esercizio puramente ideologico. La vita emerge, dove può, da una potenzialità, non da una necessità e men che meno da una scelta, perlomeno stando a quello che possiamo verificare e validare coi nostri strumenti e coi nostri sensi per mezzo del processo denominato ‘metodo scientifico’ (per quanto anch’esso una ideologia).

Stando a ciò, la decisione se vivere o morire, o quella se riprodursi o meno, o quella di attuare un qualsiasi comportamento o nessuno, non può essere desunta da analisi razionali. A muoverci, a spingerci a vivere, è unicamente l’ambito emozionale: un nucleo di pulsioni ereditate geneticamente che domina l’ambito decisionale e tutte le nostre scelte.

Una volta deciso che vogliamo vivere, la razionalità può aiutarci a scegliere come vivere. La razionalità funge pertanto da strumento per la volontà, consentendo di perseguire i risultati desiderati. Ma la volontà è una pulsione irrazionale, votata alla sopravvivenza ed ai comportamenti connessi. Una pulsione che trae origine e legittimazione dal suo stesso esistere.

(continua)

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Un pensiero su “1 – Razionalità vs Volontà

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