Il premier travicello, il premier biscione

Per comprendere come funzioni la politica nei sistemi sedicenti democratici, com’è il nostro, la maniera migliore è ricorrere alla favola di Fedro “Le rane chiedono un re” [1] [2]. Nel racconto le rane, incapaci di darsi ordine, chiedono a Zeus un re, e lo fanno gracidando in continuazione, fino ad infastidire gli dei dell’Olimpo.

Zeus butta loro un pezzo di legno, che atterra nello stagno con gran rumore, ma le rane, dopo poco, si rendono conto che quel re è inutile, e riprendono a protestare. Zeus, stanco di loro, butta allora nello stagno una biscia, che comincia a mangiarsi le rane, obbligandole a smettere di gracidare. La morale della storia è che non ci si deve lamentare di un governante incapace, perché il rischio è ottenere di sostituirlo con uno dannoso.

Come si applica questo racconto alla politica attuale? Le rane, ovviamente, siamo noi cittadini. Zeus, in questo parallelo, è il potere economico, che finanzia ascesa e declino di partiti e singoli leader, oltre a controllare in vario modo i mezzi di comunicazione di massa. Quello che otteniamo è esattamente il modello di teatrino politico che possiamo osservare intorno a noi.

Ad alternarsi sono il fronte progressista, che rappresenta il nostro ‘travicello’, e quello reazionario, ovvero la ‘biscia’. Il fronte sedicente progressista non può che fare il gioco del mercato, anche in maniera molto sporca e subdola, e resta al governo finché non è obbligato a scelte decisamente impopolari.

Quello che accade, a questo punto, non è l’ascesa di un governo che operi in contrapposizione con le scelte precedenti, ma quella di un fronte politico che prenda decisioni ancora più intollerabili. L’alternativa, per noi sciocche rane, è sempre e soltanto tra un male maggiore ed un male minore, mai tra un male e un bene.

Questo, in un sistema sociale eterodiretto, consente di conservare la coerenza del flusso decisionale, alternando versioni sottilmente diverse, ma sostanzialmente analoghe, degli stessi indirizzi politici, economici e sociali, per lunghi archi di tempo.

A noi rane è concesso di partecipare a questo teatrino nella veste di spettatori, di tifare per l’una fazione o per l’altra, di accapigliarci su principi astratti e spesso irrilevanti, di dibattere fino allo sfinimento l’argomento del giorno, piovuto dall’alto come tutto il resto.

L’essenziale è mantenerci abbastanza impegnati da non poter comprendere la finzione in cui siamo immersi, la nostra assoluta irrilevanza individuale, il nostro essere totalmente inermi di fronte a tecniche di manipolazione del pensiero collettivo sviluppate e raffinate nell’arco di secoli.

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1 – Le Rane chiedono un re

2 – The Frog Who Desired a King (pagina inglese, molto più esaustiva)