Un vintage inatteso

Blue Raptor

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel Sole
anzi, d’antico…”
(G. Pascoli – L’aquilone)

Lo scorso agosto, mentre tentavo l’ennesima scalata del monte Nerone da un versante ancora per me inesplorato, l’improvvisa ed imprevista flessione nel carro posteriore di una bici che mi aveva accompagnato per quasi vent’anni mi ha reso edotto dell’ennesimo, e stavolta definitivo, cedimento strutturale del telaio. Ho proseguito la salita a piedi, ed una volta arrivato al punto di svalico, constatata l’impossibilità di effettuare la discesa e recuperato segnale al cellulare, ho chiamato casa e mi sono fatto venire a prendere.

Accertata l’inutilità di persistere nell’accanimento terapeutico (la bici era stata più volte risaldata e rinforzata, con l’unico risultato di spostare il successivo punto di rottura a valle della nuova saldatura), mi sono posto il problema dell’espianto degli organi. La prima ipotesi, poi verificatasi impercorribile, consisteva nel trasferire le parti di valore smontate dal telaio Specialized sulla bici di mia moglie, per farle guadagnare un po’ di leggerezza. Quando anche il telaio di Emanuela si è rivelato criccato sono dovuto passare ad un piano B.

Mi sono messo a cercare un telaio per sostituire quello schiantato, capace di ospitare le diverse parti che restavano. La cosa si è rivelata meno semplice del previsto, dal momento che la tecnologia ciclistica ha visto molti cambiamenti negli ultimi vent’anni. In particolare il passaggio ai freni a disco ha comportato l’impossibilità di adattare i vecchi mozzi al nuovo sistema frenante. Ciò mi obbligava a cercare un telaio con gli attacchi per i V-Brakes, altrimenti il gioco non sarebbe valso la candela.

Fortunatamente dopo un po’ di ricerche è saltato fuori un telaio marca FRW con le caratteristiche desiderate. Non a caso il telaio risale all’incirca al 2008, ma risulta nuovissimo dal momento che non è mai stato montato. La taglia non è esattamente quella che andavo cercando (19″, corrispondente ad una misura L) ma nemmeno totalmente incompatibile con le mie misure. Ho infatti una bici di quella taglia che mi accompagna da metà degli anni ’90.

La vecchia bici, o quel che ne restava, è stata quindi trasferita sul nuovo telaio. Si sono rese necessarie la sostituzione del deragliatore, del movimento centrale, del tubo reggisella e della sella. Si è salvata la trasmissione (gruppo misto XT-XTR), le ruote, la forcella TORA (già sostituita all’originale, leggerissima ma scadente) e l’intero manubrio. Ne è uscita fuori una bici abbastanza simile alla precedente, fatta salva la mancanza dell’ammortizzazione posteriore, che però ha comportato un ulteriore guadagno di peso. Una bici da 11,5kg, molto veloce e scattante, con una risposta alle sollecitazioni dal gusto antico.

Le bici moderne risultano più rigide, a seguito di tutta una serie di ottimizzazioni meccaniche sulle diverse parti. Anche l’aspetto esteriore del telaio, con caratteri curvilinei e morbidi, risulta vagamente anticato ripetto ai gusti attuali. E tuttavia la bici appare nuova, intonsa, senza un graffio (perlomeno il telaio). Come se fosse uscita da una macchina del tempo. Una bici nuova, ma che al tempo stesso non lo è.

Uno strano ircocervo che ha assunto il nome di Blue Raptor.

3 pensieri su “Un vintage inatteso

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