I Ciclisti Filosofi

La scorsa settimana, spinto dall’intenzione, vaga, di far circolare aforismi sulla bicicletta, ho dato vita all’ennesima pagina Facebook (le altre che mantengo le potete trovare nella colonna di destra, identificate da piccoli ‘box’). Ben presto l’idea iniziale ha cominciato a definirsi con maggior precisione, disvelando un potenziale superiore a quanto mi aspettassi inizialmente.

Per comprendere come nasca l’idea di dar vita ad una simile serializzazione dei contenuti occorre fare un passo indietro e ragionare sul concetto di ‘meme’.
Wikipedia descrive il meme nei termini di:

…“un’unità auto-propagantesi” di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica, quindi un elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, soprattutto per imitazione…

Per sintetizzare il concetto: ogni cultura evolve integrando nel proprio corpus idee, concetti, logiche ed approcci nuovi, e rimuovendone altri che quindi cadono in disuso. Il termine ‘meme’ rimanda all’imitazione, ovvero alla caratteristica propria dei gruppi sociali di cementare la propria identità attraverso la condivisione e la ripetizione di consuetudini.

Consuetudini che possono essere l’utilizzo di un neologismo o di una forma gergale esclusiva, di una canzone o un semplice frammento di testo, di un manierismo unico nella pronuncia di determinati fonemi, alla stessa maniera in cui viene utilizzato l’abbigliamento o l’interesse per una determinata categoria di oggetti ed attività umane per collocarsi all’interno di ‘mode’. Ci si imita a vicenda e questo fa del gruppo una realtà distinguibile.

Sui meccanismi di propagazione dei ‘meme’ è in corso da anni una riflessione. Se a posteriori è evidente come alcuni di essi possano essere prepotentemente emersi (molti per sparire in un arco di tempo altrettanto breve), stabilire una ‘formula del successo’ è impossibile. Esempi di ‘meme’ in anni recenti sono i Chuck Norris Facts, o la scena del film Titanic sulla prua della nave (ripresa in un milione di citazioni e parodie), o l’avvento degli zombie come spauracchio di massa in cui parlavo altrove.

Nel mondo dei Social Network (e di Facebook in particolare, che al momento è il più diffuso e pervasivo) la propagazione spontanea di piccoli e semplici meme è all’ordine del giorno. Li riceviamo volenti o nolenti ogni volta che qualche amico decide di condividere un pensiero, o un’immagine, o una ‘confezione’ di entrambi. In genere sono motti, aforismi o battute satiriche. Altrettanto in genere non si tratta di contenuti isolati ma di forme serializzate di intrattenimento.

Cito a mo’ di esempio la pagina umoristica Kotiomkin (nome ispirato esso stesso ad un celeberrimo ‘meme’ della cultura italiana, la battuta di Fantozzi: “per me la corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca”)

…la gallery Il Peggio Della Fotografia Made in Italy (che spesso attinge ad immagini di matrimoni realizzate in paesi dell’Europa dell’est)

…o Le più belle frasi di Osho dove la molla umoristica nasce dal contrasto tra le foto di vita quotidiana del santone indiano e la sovrapposizione di frasi in romanesco riferite ad un immaginario affatto diverso.

Dati questi ‘alti esempi’ mi sono chiesto se non sarebbe stato possibile veicolare idee sull’uso della bicicletta tramite l’accostamento di parole ed immagini. Ne è nata una piccola sperimentazione (chiamata inizialmente ‘CicloAforismi’) che mi ha spinto ad estendere la cerchia delle persone coinvolte nel processo ideativo.

Ora la redazione è composta, oltre al sottoscritto, da Marco Melillo, Serena Maniscalco, Elena Scategni e Paolo De Felice, e la qualità delle ‘cartoline’ prodotte ha subito una drastica impennata verso l’alto.

Anche il ‘concept’ è stato rivisto, non più aforismi e frasi ad effetto legate alla bicicletta, ma motti e consigli di senso generale uniti ad immagini di persone in bicicletta che ne contestualizzano il significato e ne propongono una possibile chiave di lettura, non necessariamente immediata.

L’oggetto finale assume così una dimensione in parte visiva, in parte filosofica, in parte di sofisticato ‘divertimento intellettuale’ nell’interpretazione della relazione tra immagine e testo.

L’idea è che l’efficacia del messaggio prodotto dall’abbinamento di testi ed immagini produca spontaneamente una sensazione di immedesimazione (meme) tale da spingere i lettori a ripubblicare l’immagine stessa sul proprio profilo per esporla ad una platea più vasta, innescando quel meccanismo di diffusione virale proprio dei ‘meme’ più efficaci.

Se funzionerà o meno è impossibile dirlo. La speranza è che le immagini circolino diffusamente portando con sé il ‘meme’ della bicicletta anche a quanti non ne siano ancora utilizzatori, veicolando fantasie, suggestioni, attese. Nel suo piccolo il progetto va nella direzione di una ridefinizione dell’idea di bicicletta nell’immaginario collettivo.

Come arco vitale per questa esperienza immagino alcuni mesi, all’inizio con pubblicazioni quotidiane, poi via via più rarefatte man mano che illustrazioni e frasi vengono utilizzate. Quello che ne resterà alla conclusione sarà una gallery di impressioni, idee, immagini, legate all’uso della bici ed alle trasformazioni fisiche, culturali, mentali ed emotive da essa prodotte.

3 pensieri su “I Ciclisti Filosofi

  1. è un’idea fantastica! partecipo volentieri a render virali gli aforismi bici… chissà che qualcuno stufo dell’automobile, ma senza veder alternative, non passi dalla nostra parte…

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