Frustrazione auto-inflitta

Dopo tanto discutere in rete sui comportamenti sregolati degli automobilisti, ieri ragionavo sul fatto che l’automobile, per indurre tali comportamenti, è un veicolo che di per sé produce frustrazione: per i costi (percepiti e non percepiti) e per la promessa inesaudibile di libertà e velocità veicolata dalla pubblicità, totalmente incongrua rispetto alla struttura ed alle funzioni degli agglomerati urbani.

L’acquirente investe in un desiderio di libertà ed autoaffermazione, in uno status symbol che racchiude in sé proiezioni di grandezza e promesse di autonomia negli spostamenti, ma quello che accade non appena il veicolo viene messo in moto è l’esatto opposto del desiderio di libertà che con esso si voleva realizzare.

Tempo pochi minuti e ci si ritrova imbottigliati nel perenne ingorgo urbano, chiusi dentro una scatola a ruote, soli, fermi ed impotenti. Se gli automobilisti non fossero completamente condizionati dal proprio contesto culturale si renderebbero conto di aver commesso un tragico errore, comprendendo di essere in trappola.

Al contrario si innesca un meccanismo di rimozione, di proiezione sul contesto delle responsabilità dei propri errori di valutazione. Non è l’idea stessa di muoversi in macchina in una realtà in cui altre centinaia di persone contemporaneamente pretendono di farlo, ed altre migliaia strangolano la viabilità per via delle proprie auto parcheggiate, no, è il “mondo crudele” ad infierire, ed in quanto tale va combattuto.

E come si “combatte” il mondo crudele se non rigettandone le regole ed affermando la propria identità proprio attraverso questa negazione? Ecco il fattore scatenante dei comportamenti criminogeni alla guida: ottemperare alle false promesse della pubblicità provvedendo da sé a realizzarle. Velocità, spregiudicatezza, autoaffermazione.

Ma se è questo meccanismo a produrre la condizione di criminale normalità che descrivevo tempo addietro, la causa prima non è legata solo ai comportamenti delle singole persone, bensì strutturale al mezzo. E’ l’automobile stessa, nelle sue proiezioni “mitiche” e nella sua scadentissima applicazione ai problemi della mobilità, a portare in sé il germe della frustrazione, del desiderio di rivalsa e del comportamento antisociale.

Forse se riuscissimo a ridimensionare, nell’immaginario collettivo, il peso di questo “feticcio tetragommato” (*) faremmo un primo passo in direzione dell’affrancamento dallo stress e dalle frustrazioni che recano con sé, come immediata ricaduta, le migliaia di morti, feriti ed invalidi causati dagli incidenti stradali.

“Automobili: mito e realtà” (illustrazione: Andy Singer)

Ricognizione della rete secondaria: Centocelle e Alessandrino

I Diari della Bicicletta

Ricognizione viabilità secondaria Centocelle e Alessandrino
(cliccare per accedere ad una versione navigabile on-line)

Con l’appuntamento di sabato 22 abbiamo iniziato l’esplorazione della rete di viabilità ciclabile secondaria, quella per muoversi all’interno dei quartieri e fra quartieri adiacenti. Abbiamo deciso di iniziare da Centocelle che rappresenta una delle principali centralità del municipio Roma V. Il lavoro è consistito nell’attraversare il quartiere in direzione est-ovest alla ricerca di tracciati utilizzabili dai ciclisti come assi di penetrazione verso il centro città e la periferia (non sempre andata e ritorno riescono a coincidere).

Il gruppo che ha effettuato l’esplorazione era composto da me, Fabio, Emanuele, Giandomenico e Francesca, in lieve ritardo Claudia e Roberto, quindi da viale delle Ciliege in poi si sono aggregati Marco e Lucia.

A differenza delle ricognizioni sugli assi principali, stavolta si tratta di individuare quali dei numerosi passaggi da e per il quartiere si prestino meglio alla fruizione ciclistica ed ad una eventuale sistemazione…

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Sabato 15 marzo – Seconda ricognizione degli “assi viari veloci”

I Diari della Bicicletta

 Un po’ di appunti sparsi sul lavoro di ieri, corredati dalle foto scattate. La prima mostra il parcheggio adiacente la sede della polizia municipale (con tanto di rastrelliera “buttata là”). Sullo sfondo si vede la pista ciclabile che gira intorno al Forte Prenestino senza dialogare con alcun tratto di rete.

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L’ampiezza delle sede stradale della via Prenestina nel tratto tra viale Palmiro Togliatti e via Valente è tale da consentire l’inserimento di una corsia ciclabile. Il marciapiedi è, al contrario, sottodimensionato ed impraticabile causa ostacoli.

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Cartellone pubblicitario “sapientemente” piazzato al centro esatto del marciapiede in modo da dare il massimo fastidio possibile…

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La condizione dei marciapiedi in questo tratto li rende del tutto infruibili

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Superato il semaforo di via Valente la sosta in prima e seconda fila imbottiglia il traffico su due sole corsie

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La situazione è pressoché analoga per un lungo tratto

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Attraversamento pedonale di via di Portonaccio, sono…

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Sabato 8 marzo – Ricognizione degli “assi viari veloci”

I Diari della Bicicletta

Stamattina, come da programma, si è svolta la ricognizione del tracciato dell’asse “veloce” rappresentato da via Casilina (e non solo!). Abbiamo raccolto foto, girato video, e soprattutto ci siamo confrontati con le diverse problematiche derivanti da una sede viaria del tutto inadeguata a supportare il transito in sicurezza dei ciclisti (come ci ha tristemente ricordato la bici bianca collocata all’inizio di viale della Primavera).

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La situazione dell’asse Casilina ha evidenziato fin da subito diversi ordini di problemi. Nel primo tratto esplorato (da Palmiro Togliatti a via di Torpignattara) la presenza di marciapiedi ampi, poco utilizzati dai pedoni e dotati di scivoli è in grado di garantire un adeguato livello di sicurezza ai ciclisti meno frettolosi, anche se le sistemazioni lasciano parecchio a desiderare presentando occasionalmente gradini che ne disincentivano l’utilizzo.

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Un’altra soluzione percorribile consiste nel ridisegno della sede stradale operabile al fine di ricavare spazi a margine carreggiata che, pur…

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I Diari della Bicicletta

C’è un nuovo blog in città, si chiama “I Diari della Bicicletta” e lo trovate qui:

http://diaribicicletta.wordpress.com/

Servirà a raccogliere informazioni, appuntamenti e materiali sul lavoro di stesura e verifica di una rete di percorsi ciclabili cui stiamo collaborando con l’assessorato alla mobilità del Municipio Roma V. Con molta probabilità durerà finché avrà vita il progetto, ma il lavoro da fare è ancora tanto, quindi aspettatevi che se ne parli per un bel po’.

Il lungo inverno caldo della mobilità romana

Almeno in apparenza, situazioni rimaste immobili per decenni hanno finalmente preso a muoversi ed a risucchiare la mia disponibilità di tempo. Cercherò quindi di fare il punto di quanto successo nelle scorse settimane. Non molto dopo lai presentazione dell’analisi di rete ciclabile effettuata in collaborazione col V municipio ho partecipato con altri all’incontro “Bicinomia”, promosso dalla rete delle ciclofficine romane. L’approccio al disegno “dal basso” della rete ciclabile è stato, anche in quella sede, molto apprezzato.

Sono stato quindi coinvolto dl gruppo “Residenti del Quadraro Vecchio” (un quartiere confinante col mio) in un evento su “Zone 30 e moderazione del traffico”, al quale si sono prestati a partecipare anche Paolo “Rota Fixa” Bellino e Aberto Fiorillo, oltre all’assessore alla mobilità del V municipio Giovanni Assogna.

Di questo incontro, svoltosi nella mattinata di sabato 1 marzo, rimane (grazie a Carletto) il video della presentazione che ho messo assieme rimaneggiando ed alleggerendo un po’ di materiale fornitomi dall’impagabile Matteo Dondé (che spero di trascinare a Roma di nuovo a breve).

Tempo di riprender fiato e già il 4 marzo (domani, per chi scrive) si terrà il primo incontro con i ciclisti del V municipio, in cui definiremo l’organizzazione delle pedalate per esplorare e documentare l’ipotesi di rete ciclabile, percorso collettivo da fare “in sella” che inizierà già dal prossimo weekend.

E non è finita qui, perché fra una decina di giorni dovremo illustrare il lavoro svolto nel municipio e le sue modalità direttamente all’assessorato alla mobilità del Comune di Roma, per vedere se tale modello sia esportabile negli altri municipi. Insomma, “quando troppo e quando niente”, come recita un vecchio adagio… Capirete quindi la mia relativa latitanza da queste pagine: “ubi maior, minor cessat”, come dicevano i latini.