Vigliaccheria politica

E viene il momento in cui mi arrabbio, ma tanto. Perché dopo aver criticato le modalità di definizione del PGTU romano scopro cosa hanno fatto a Londra. Basta sfogliarne poche pagine per capire la distanza siderale che c’è tra Roma e la capitale britannica.

(clicca per scaricare il PDF completo)

Pubblica discussione? Processo partecipato? No, niente di tutto questo. A Londra hanno semplicemente deciso su quale criterio basarsi per decidere le politiche di trasporto in città. Uno, uno soltanto: la salute. Punto. Non “la salute, la sicurezza, il PIL, gli interessi dei bottegai, dei palazzinari, dei signori del cemento, delle lobby, dei sindacati dei dipendenti pubblici e giù giù fino all’ultimo scalzacani”.

Una volta deciso cosa realmente ti interessa non hai che da dare in mano la faccenda a professionisti competenti e mettere in pratica quello che suggeriscono. Semplice, no? Già, troppo semplice.

Noi italiani, al contrario, siamo maestri nel complicare le cose semplici, siamo “cinture nere di confusione”, e decidiamo di metter mano ad un nuovo Piano Generale del Trasporto Urbano senza aver prima definito alcun criterio da seguire. Non è formidabile tutto ciò? L’idea è che il criterio lo definiremo “strada facendo”, mettendo a discuterlo ed elaborarlo privati cittadini e rappresentati di associazioni che saranno, nella migliore delle ipotesi, volontari entusiasti e (forse) competenti, sicuramente non dei professionisti e men che meno degli esperti.

Io bollo questo modo di agire come assoluta vigliaccheria politica, e trovo inconcepibile che si possa ancor oggi presentarsi di fronte agli elettori con la formula “diteci cosa volete e noi lo realizzeremo, che abbia un senso o no”. Sono un cittadino e pretendo che mi si dica: “abbiamo deciso di migliorare questo parametro fondamentale, e tutto il resto andrà soggetto a tale decisione”. Nient’altro. Anche perché la salute è al momento attuale LA questione fondamentale. Senza si vive male, o direttamente si muore.

Il processo partecipato del nuovo PGTU puzzava di fumo già in partenza, ora la pubblicazione di questo documento mi conferma definitivamente quanto avevo cominciato ad intuire già settimane fa: non è così che si lavora. Faranno “decidere” noi in modo da lavarsi le mani da ogni responsabilità, ancora una volta, qualunque schifezza verrà realizzata. E io necessito di un fegato nuovo.

16 pensieri su “Vigliaccheria politica

  1. Ahaha
    Ogni popolo ha l’amministrazione che si merita.
    Comunque anche qui, come a Roma, Il_bobbolo vuole più strade, più parcheggi, più calcio, più lampioni, auto più grosse.
    Questa società poi esprime amministratori e pure professionisti autossicodipendenti.
    Non sarei così fiducioso nei confronti dei professionisti.
    Professionisti molto efficienti e preparati sono pure quelli che progettano e realizzano somministrando coercitivamente BreBeMi, Expo 2015, Tav Brennero, inceneritori, Passante Nord e People Mover bolognese, TEEM milanese, autostrade Cispadana, Orte – Mestre, Civitavecchia – Rosignano TAV Val Susa e centinaia di altre, una marea di devastanti, inutili, nefaste e costosissime grandi opere funeste che devastano il sistema logistico del paese.
    Ottimi professionisti, eh!?

  2. non sò se si tratta di vigliaccheria.
    secondo me, si tratta di interessi.
    Se l’interesse sono i soldi e di conseguenza le banche e il petrolio dubito si possa uscire da questa spirale!
    la domanda è: che interessi hanno i cittadini?
    Gli interessa veramente la salute? Se è così bisogna togliere i soldi dalla politica.

  3. Si tratta di civiltà’ superiore. Non intelligenza o creatività’ dei singoli, ma di crescita e sostenibilità’ di una società’ civile. Roba sconosciuta da noi. Ecco perché sono filo-anglosassone, anche se prima o poi questa inclinazione la pagherò.

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  7. putroppo un documento come quello del Transport Action Plan londinese non è frutto di un oggi, o di una “improvvisa” genialata collettiva…. il regno unito, e in questo caso la comunità londinese hanno costruito uno stato sociale che con tutte le sue innumerevoli pecche comunque ha portato oggi a valutare sul piatto della bilancia il concetto di salute più importante di altri…e non solo nel campo della mobilità, penso alla salute mentale, alla salute pubblica, alla assistenza alla maternità-paternità, alle potere delle comunità minoritarie che in 20-30 anni sono diventate parte integrata e integrante del sistema sociale, oggi imprescindibili. Per cui, se ci basta, dovremmo aspettare 20-30 anni pure noi, ma dipende da noi poter cominciare a lanciare messaggi diversi, forse i nostri figli recepiranno quanto stiamo facendo e lo porteranno avanti. E’ doveroso però non mollare tutto e mandare i remi in barca.

    • Posso garantirti che l’analisi dei vantaggi sanitari derivanti dalle politiche del traffico non è farina del sacco degli inglesi, ma un lavoro ormai ventennale svolto dall’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità. E posso dartelo per certo perché a capo di quell’ufficio c’è un’italiana che conosco personalmente. La differenza è che in Inghilterra politici e tecnici devono dimostrare di guadagnarsi il pane, non come qui che pure se non fanno niente di niente dopo trent’anni prendono la pensione come gli altri.

  8. L’ha ribloggato su Cittadini Re di Romae ha commentato:
    Un altro ottimo contributo del nostro sempre illuminante Mammifero Bipede…

    Putroppo un documento come quello del Transport Action Plan londinese non è frutto di un oggi, o di una “improvvisa” genialata collettiva…. il regno unito, e in questo caso la comunità londinese hanno costruito uno stato sociale che con tutte le sue innumerevoli pecche comunque ha portato oggi a valutare sul piatto della bilancia il concetto di salute più importante di altri…e non solo nel campo della mobilità, penso alla salute mentale, alla salute pubblica, alla assistenza alla maternità-paternità, alle potere delle comunità minoritarie che in 20-30 anni sono diventate parte integrata e integrante del sistema sociale, oggi imprescindibili. Per cui, se ci basta, dovremmo aspettare 20-30 anni pure noi, ma dipende da noi poter cominciare a lanciare messaggi diversi, forse i nostri figli recepiranno quanto stiamo facendo e lo porteranno avanti. E’ doveroso però non mollare tutto e mandare i remi in barca…

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