A pochi mesi dalla pubblicazione di Shift Happens, Critical Mass at 20 negli States, arriva nelle librerie la traduzione italiana: Critical Mass – Noi siamo il traffico (20 anni di Bike Revolution) a cura dell’editore Memori. L’edizione nostrana risulta “alleggerita” rispetto a quella USA di un buon terzo degli scritti, scelta editoriale volta ad evitare una levitazione eccessiva del prezzo di copertina.
Non altrettanto alleggerita, tuttavia, nei contenuti, dato che l’opera di scrematura è stata effettuata con cura certosina dall’editore assieme a Paolo Bellino aka Rotafixa, (un altro degli italiani che ha visto un suo saggio pubblicato nel volume) eliminando unicamente i contributi più ridondanti.
L’idea di Chris Carlsson, nel pubblicare il volume, era analizzare se e come le idee di Critical Mass fossero penetrate nel tessuto sociale e culturale, innescando cambiamenti nella nostra maniera collettiva di leggere, percepire ed interagire con la realtà. Ieri ho avuto l’ennesimo riscontro di quanto potente questa “vision” fosse fin dall’inizio.
Abbiamo infatti ripercorso, su proposta dell’amico Sergio Trillò, per l’ennesima volta l’anello del GSA – Grande Sentiero Anulare, in un’edizione speciale di Santo Stefano (GSSA) a sole due settimane dalla “LACU Verbose Edition” di metà dicembre cui avevano partecipato più di 70 persone. Il dilemma di Sergio, nel riproporla, verteva sul timore di scarso afflusso, ma è stato completamente ribaltato dal risultato reale: più di cento partecipanti, un record assoluto per questo tipo di iniziativa.
Come si può guidare un gruppo di cento persone dentro una città (sia pure passando in prevalenza attraverso parchi urbani) piena di “imbuti” e rallentamenti? La risposta è semplice: non si può. L’unica alternativa è che il gruppo si guidi da solo, seguendo “quello che sta in testa” esattamente come si fa nelle Critical Mass, curando unicamente di non forzare l’andatura e di tener d’occhio non solo quelli che stanno davanti, per sapere dove andare, ma anche quelli che stanno dietro, per non perdersi pezzi del gruppo.
La sensazione che ho avuto ieri, pur senza nulla togliere alle capacità di guida di Sergio, maturate attraverso decine di escursioni nel corso degli anni, era che il gruppo letteralmente si guidasse da solo. Che una volta dato il là, ovvero creato l’appuntamento e l’aspettativa, il fatto che ci fosse o meno una guida “ufficiale” in testa al gruppo diventasse secondario. Di fatto l’aver partecipato, per molti dei presenti, alle Critical Mass mensili, ha significato far proprio quell’approccio libero e leggero.
Con tutti i distinguo e le differenze l’esperienza di ieri è stato un ulteriore passo nel colmare la distanza tra una Critical Mass ed un gruppo organizzato. La disponibilità della traccia GPS del percorso, oltre al fatto che molti dei partecipanti lo conoscessero già, ha fatto sì che anche “grumi” di ciclisti attardati potessero ricongiungersi al gruppone nelle rare soste, senza la necessità di mantenere un passo troppo lento ed uniforme che ci avrebbe rallentato eccessivamente.
Per me, in qualità di ideatore del percorso, un’ulteriore conferma del gradimento collettivo del tracciato ed un consolidamento nella speranza che un bel giorno questo itinerario possa diventare davvero fruibile all’intera cittadinanza, mediante una mappatura ufficiale, la presenza di segnaletica nelle svolte, attraversamenti semaforici dedicati ove necessari ed un po’ di pubblicità sui siti istituzionali.
Per ora accontentatevi delle foto dei fortunati coi quali l’ho condiviso ieri.
UPDATE (2013): il materiale aggiornato sul GSA è ora reperibile sul relativo blog.