Nella notte tra giovedì e venerdì il gruppo Facebook “salviamo i ciclisti” è stato attaccato ed espugnato da una banda di troll. Gli aggressori hanno acquisito i permessi di amministrazione (in modo non ancora certo, ma si sospetta grazie ad una falla di sicurezza nella piattaforma Facebook ed all’uso fraudolento di codice javascript), estromettendo i precedenti amministratori e nominandone di nuovi. Gli aggressori hanno profili fittizi e non riconducibili a persone reali.
Fatto questo, e coperti dalla maschera dell’anonimato, i troll hanno iniziato ad inondare il gruppo di insulti, incitamenti all’odio verso i ciclisti, minacce di morte e spazzatura variamente assortita, in un’ondata di “vandalismo culturale” difficile da descrivere e spiegare. Nonostante le ripetute segnalazioni agli amministratori del social network, una denuncia alla polizia postale ed il fatto che la notizia sia stata ripresa dalle agenzie di stampa, a quattro giorni di distanza la situazione non è ancora stata ripristinata.
Diverse le riflessioni che questa vicenda suscita. In primo luogo lascia sbigottiti la violenza con cui si è cercato, ad oggi con successo, di tappare la bocca ad un movimento che ha tra le proprie finalità una pura e semplice battaglia di civiltà, e che mira unicamente ad ottenere interventi per la messa in sicurezza e la salvaguardia degli utenti “leggeri” della strada, la riduzione del numero di incidenti, di morti e feriti, e se possibile un miglioramento della qualità della vita per tutti. Interventi che in paesi più civili del nostro sono in essere da diversi anni, e che solo l’inerzia della nostra classe politica e la sudditanza pluridecennale del popolo italiano ad un modello di mobilità individuale ormai giunto al capolinea ne impediscono l’applicazione anche nel nostro paese.
Subito a seguire sconcerta l’inadeguatezza dello staff responsabile del social network più famoso del mondo a far fronte ad un’aggressione tanto grottesca e plateale. Che una banda di ragazzini sciocchi ed annoiati, come appaiono dal tenore dei messaggi postati, possano mettere in scacco per giorni interi un gruppo con quasi ventimila iscritti nella pressoché totale indifferenza degli amministratori della piattaforma è cosa che lascia di sale obbliga a riconsiderare la leggerezza, probabilmente eccessiva, con la quale scegliamo i nostri strumenti di comunicazione collettiva.
Per il momento possiamo solo attendere le evoluzioni della vicenda, con molta maggior sfiducia nell’intelligenza del prossimo e nel cammino di crescita culturale che questo paese proclama di perseguire.
Update: un articolo di Paolo Pinzuti sul Fatto Quotidiano
Reblogged this on Piciclisti and commented:
Ringrazio Marco per aver messo nero su bianco quelli che sono anche miei pensieri sulla vicenda.
Aggiungo solamente una considerazione: vista questa enorme avversione e spropositato odio nei confronti di chi va in bici, mi viene il dubbio che alcuni degli incidenti che si verificano quotidianamente sulle nostre strade non possano essere propriamente chiamati “incidenti”.
Per gente abituata a rischiare la propria vita (ce ne dimentichiamo spesso, ma l’automobile è la prima causa di morte per la fascia di età 18-25 anni, ed una delle principali per quelle successive), rischiare la vita degli altri può apparire un gioco… che spesso finisce male.
Salvaiciclisti ha portato alla luce verità scomode.
Paolo condivido la tua opinione riguardo agli “incidenti” !! Grazie ancora a Marco
Non sarei così “complottista”. Non vi è odio per i ciclisti: qualcuno (politici, amministratori ecc…) che trova snervante e fastidiosa l’azione di #salvaciclisti, ha pagato un gruppo di ragazzini screanzati e ironici per devastare un po’ la pagina Fb. Quello che vedo per le strade è anche tanta simpatia e solidarietà per i ciclisti. A volte anche rispetto e incredulità!
Ah, e meno male che non sei complottista… 🙂
bhè, in effetti sono complottista anche io a mio modo! 😉 Ma vedo come ostili alcuni soltanto, non l’intera umanità che circola per le strade!
“ragazzini screanzati e ironici per devastare un po’ la pagina”.. ? ma avete avuto occasione di leggere i commenti o vedere le foto postate? tutto si può definire tranne che ironici!
Sono d’accordo. “Ragazzini stronzi” è etimologicamente più corretto.
Non ho l’abitudine di scandalizzarmi per le parolacce. Ma è una questione di personale sensibilità. L’ironia l’avevano e come. Io continuo a domandarmi come mai hanno attaccato Salvaciclisti. Non mi sembra così casuale. Cmq sono tutte chiacchere, visto che non se ne acchiasppa uno di troll…. per fargli qualche domanda.
Reblogged this on E infatti pedalo and commented:
Facebook è decisamente inaffidabile; con uno stupidissimo script si può espugnare un gruppo di quasi ventimila persone. Molto dilettantesco.
E’ un social network concepito e diretto da un ragazzo (per quanto geniale)
concordo, soprattutto sulla necessità di ripensare gli strumenti di comunicazione collettiva da voi scelti. quello che veramente mi indigna però è il vostro ignorare i numerosissimi commenti e insulti sessisti mossi dai membri del cosidetto movimento #salvaciclisti verso questi fantomatici troll con nomi e facce di donne e/o bambole, insulti di varia volgarità e violenza, riassumibili nel nobile concetto di “puttana, succhiamelo”. Trovo altrettanto grave il fatto che non se ne parli, né qui né altrove, o che nessuno sia in qualche modo intervenuto nelle discussioni stesse, se non per rincarare la dose. il fatto che usiate la bici non vi rende di per se più “civili” di quattro ragazzini deficienti.
Non so quello che succede nel gruppo, mi hanno bannato quasi subito, dopo un paio di risposte “taglienti”, e non posso più entrarci. Certo è che è facile scivolare al ribasso discutendo con certa gente. Dice un motto cinese: “mai discutere con un idiota, da fuori potrebbero non notare la differenza”
SArà un boomerang a favore di salvaiciclisti.
Non mi preoccupo proprio.
Così facendo evidenziano la pochezza delle loro posizioni e motivazioni…
Ahahaha…
L’impotenza la curan con la violenza.
No preocupe. Il tema ciclismo urbano deve venire fuori come dibattito, non mi aspetto nulla di diverso…
Avanti così, ottimo articolo Perfranco.
Da ciclista posso solo dire che stavolta (come spesso) ci vorrebbe il tasto “mi dispiace”…
Ci sono molte opzioni per “sgradire” singoli utenti o interi gruppi. Purtroppo servono a poco se gli utenti sono dei “fake”: prima che gli amministratori intervengano se ne crea uno nuovo e si va avanti fino al successivo ban, ad libitum.
Io non ho avuto modo di vedere questa intrusione e se è come immagino la vedrei più come un tentativo stupido e annoiato di un branco di ragazzini ( come dite voi ) che non hanno di meglio da fare che “creare difficoltà” ma a caso! Non penso sia un’azione mirata o pilotata da chicchessia e tantomeno dalle lobbie varie
Gli “intruders” sono prevalentemente ragazzini, ma secondo me c’è una “regia” dietro che li strumentalizza.
è vergognoso il comportamento di facebook. Ci sarebbe da boicottare facebook e allontanarsi da questo socialnetwork dove è chiaro che lo staff sia totalmente assente
Stesse conclusioni a cui è giunto Paolo Pinzuti sul Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/27/falle-alla-sicurezza-di-facebook-e-futuro-di-salvaiciclisti/
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