Location
L’isola di Lastovo è splendida, avrebbe valso la vacanza anche senza le osservazioni astronomiche. Non ci sono spiagge se non microscopiche e sassose, solo scogliere. La varietà di fauna subacquea è impressionante. Il nostro alloggio nel minuscolo porto di Pasadur affacciava in pratica su un molo dalle acque cristalline e piene di pesci, dove era possibile tuffarsi (e l’abbiamo fatto spesso). L’alloggio molto familiare e l’atmosfera tranquilla e rilassata ci hanno riportato alla memoria il film “Mediterraneo” di Salvatores. Si raggiunge dall’Italia col traghetto Ancona-Spalato, quindi Spalato-Lastovo (5 ore solo quest’ultima tratta). Andarsene via è stato un vero trauma…
Cielo ed inquinamento luminoso
Il cielo di Lastovo è superiore ai migliori cieli del centro Italia grazie all’assenza di fonti di IL in prossimità ed all’ottimo lavoro fatto sull’illuminazione pubblica, purtroppo l’attività dei pescherecci dotati di “lampare” lo rendono imprevedibile. Credo che in assenza dei pescherecci avremmo avuto letture costantemente tra 21.6 e 21.7. A detta dei miei colleghi sloveni, habituè del posto, siamo stati abbastanza sfortunati ad averli intorno all’isola quasi tutte le notti, e si impegneranno a fare in modo che anche questa fonte di IL sia bloccata. In fondo basterebbe che le lampade fossero orientate correttamente verso il basso, evitando dispersioni al di sopra dei 90° per risolvere il problema, una questione di semplice buona volontà che certo non danneggerebbe i pescatori. Fossimo in Italia non ci scommetterei un euro, ma in Croazia probabilmente hanno buone probabilità di riuscirci.
Un altro punto da considerare, secondo Andrej Mohar, è che in questo periodo attraversiamo il massimo dell’attività solare. In considerazione di ciò è difficile che il valore SQM salga al di sopra del valore 21.6, mentre di qui a qualche anno si potrà arrivare forse a 22.0 (il “forse” ce lo metto io, lui si è detto convinto). Oltre a ciò il seeing è stato quasi sempre più che buono, grazie al fatto che, nella maggior parte dei casi, il vento soffia dal mare.
Trasparenza ed assorbimento atmosferico
Nonostante gli elevati valori di SQM, la qualità del cielo è parzialmente penalizzata dalla bassa quota (400mslm al meglio, non sempre sfruttabili): la trasparenza alle basse declinazioni risente di un forte assorbimento dovuto agli strati bassi dell’atmosfera. Questo produce un bizzarro effetto “di inversione“, dove in pratica il cielo all’orizzonte, pur essendo più buio, appare meno “nero” di quello allo zenit per via della minor luminosità delle stelle di campo che fanno da contrasto. Per confronto la magnitudine limite allo zenit era stimabile intorno alla 6^, mentre a 10° dall’orizzonte si riduceva alla 4^ circa: in pratica un abbattimento della luminosità stellare prossimo all’80%. Il confronto coi cieli nostrani è in questo caso molto difficile, dato che il gradiente in un paese a forte IL come il nostro è invertito, con l’orizzonte molto più penalizzato dello zenit (mentre a Lastovo ho spesso rilevato il contrario).
Visibilità della Via Lattea
La Via Lattea è sempre apparsa molto brillante e contrastata, in particolare la zona del Sagittario, che essendo a Sud godeva della pressoché totale assenza di IL (tranne quando un peschereccio ci si è andato a piazzare proprio sotto). All’osservazione binoculare si rivelavano una quantità di chiaroscuri sorprendente per chi, come me, è ormai abituato ai pessimi cieli del centro Italia, risultando paragonabile solo al ricordo che ho della notte sul Roque de los Muchachos alle Canarie. L’arco luminoso risultava continuo da un capo all’altro dell’orizzonte, indebolito ma pur sempre evidente anche nella zona di Cassiopea/Perseo.
Ho potuto concentrare l’attenzione su un’intera classe di oggetti da me fin qui trascurata, le nebulose oscure, che sono state una vera e propria rivelazione. La zona accanto ad Altair (B142-3) risultava godibilissima sia al binocolo che al telescopio, mentre la pipe nebula in prossimità di Antares appariva come un enorme baffo scuro.
Niente Luce Zodiacale, né al tramonto né all’alba, e tantomeno gegenschein, anche se sul finire della quarta notte, intorno alle tre del mattino, mi è parso di ravvisare una leggerissima banda zodiacale dal Capricorno al Toro, ma troppo evanescente per poterne essere certi. M33, a lungo cercata ad occhio nudo, non si è mai mostrata, neppure in visione distolta.
Visibilità degli oggetti deep-sky
Dopo aver letto la cronaca di una nottata sotto un cielo da Bortle 1 in cui, a detta dell’autore, la differenza nell’osservazione telescopica non era enorme quanto quella nella visione del cielo ad occhio nudo, ho approcciato questa materia con parecchia curiosità. Il risultato è stato che le differenze ci sono, ma variano per importanza da oggetto ad oggetto. Anche l’utilizzo di oculari abbastanza prossimi come il 24mm ed il 18mm, accoppiati con filtro OIII (Astronomik) ha dato esiti diversi rispetto ai cieli italiani. Con valori di SQM intorno a 21,0 o poco più il 24mm con filtro OIII mostra ancora un fondo cielo percettibile, mentre da Lastovo, con cieli tra 21,4 e 21,6 il fondo cielo risulta completamente nero, e diventa ragionevole lavorare con focali ancora più lunghe. Purtroppo ho fatto l’errore di non portare con me il 32mm Meade (che dall’Italia è del tutto inutilizzabile sul mio dob).
M8 – mi aspettavo di vedere l’intera estensione della “D” visibile fotograficamente ma non ci sono riuscito. La nebulosa risulta comunque molto più ricca di chiaroscuri ed articolata di quanto ricordassi. Purtroppo non ci ho speso tempo a sufficienza.
M17 – già ottima con l’OIII anche dall’Italia, non mostrava moltissimo di più
NGC 6888 – la Crescent invece ha tratto molto giovamento dal cielo di Lastovo: mentre dall’Italia se ne può cogliere a fatica il solo contorno, sotto un cielo da 21,4 mostra dei rinforzi filiformi sul bordo esterno e tracce di irregolarità all’interno. Decisamente un altro oggetto.
NGC6992 – la Velo risulta letteralmente stravolta dallo scurimento del fondo cielo: quelle che da noi appaiono come semplici irregolarità nella parte ad arco, a Lastovo acquistano nitidezza e contrasto, rivaleggiando con le immagini fotografiche. Il bordo della nebulosa appare addirittura “seghettato”. Questa parte della nebulosa era evidente anche nel binocolo 10×50 senza filtri
NGC253 – la galassia gigante nello Scultore mi ha mostrato per la prima volta nettamente separate la zona centrale, irregolare, dall’alone, mentre dai siti soliti (SQM intorno a 21.0 allo zenit, peggiorante avvicinandosi all’orizzonte) mi è sempre apparsa come una chiazza oblunga indistinta.
NGC7293 – anche per la Helix nebula tutta un’altra storia rispetto ai cieli italiani, già facilmente visibile nel binocolo 10×50 mostra all’osservazione telescopica una traccia delle irregolarità radiali evidenti nelle fotografie
M42 – osservata poco prima dell’alba ed ancora bassa sull’orizzonte non è apparsa significativamente migliore di quanto abbia potuto osservare dai cieli italiani. Credo che in questo caso abbia fortemente pesato l’assorbimento atmosferico, a dimostrazione del fatto che non è sufficiente un cielo buio, occorre anche che l’oggetto sia ragionevolmente alto sull’orizzonte.
In sostanza l’aumento di contrasto nelle parti più deboli delle nebulose consente di apprezzare dettagli finissimi che l’IL letteralmente “si mangia”. Se in passato ho attribuito alla scarsa risoluzione dei bastoncelli della retina l’impossibilità di confrontare la visione diretta con le immagini fotografiche, ora devo rivedere quest’idea, almeno per alcuni oggetti. La perdita di dettaglio è principalmente dovuta all’abbassamento del contrasto tra parti della nebulosa e fondo cielo, con conseguente incapacità da parte dei bastoncelli di restituire la nitidezza di cui sarebbero capaci.
Conclusioni
Diverse cose credo di aver imparato dall’esperienza sotto il cielo di Lastovo. In primo luogo che un cielo buio è insostituibile per apprezzare nel dettaglio gli oggetti nebulari, che l’IL trasforma in chiazze confuse ed indistinte. Poi che il solo buio non è sufficiente, ma occorre anche una buona trasparenza dell’aria, condizione che si realizza al massimo in prossimità dello zenit per peggiorare progressivamente allo scendere di altezza sull’orizzonte, ed in misura maggiore per i siti a bassa quota. La stima di 0,3 magnitudini di assorbimento effettuata da Cinzano per un cielo al livello del mare vale solo per lo zenit, ma diventa progressivamente più penalizzante per oggetti bassi sull’orizzonte ed in presenza di polveri/umidità. Da ultimo che esistono le nebulose oscure, in questo caso: “meglio tardi che mai”…
P.s.: il “diario astronomico” della vacanza lo trovate qui.