Ripensare il blog

Puntualmente riemerge su questo blog la discussione sul senso di "scrivere in rete", e stavolta oltre alle solite geremiadi sulla scarsità di tempo da dedicare alla scrittura on-line, allo scarso numero di lettori, vengono a dar man forte due eventi recenti, che pur nella rispettiva diversità hanno messo in crisi molte delle mie già vacillanti certezze.

Il primo in ordine di tempo è la decisione di Luca Conti, poi rientrata, di chiudere il suo blog "Rotazioni". Luca è un ciclista urbano, blogger, animatore di una Ciclofficina Popolare, ed ha recentemente pubblicato un libro presso l'editore Ediciclo: “Manuale di resistenza del ciclista urbano“. Il suo blog è solitamente molto attivo, e mi ha stupito leggervi, il 7 maggio, l'intenzione di chiuderlo. Dopo una decina di giorni ha però deciso di riaprirlo.

Ne abbiamo discusso sabato, pedalando alla Ciemmona, io ho argomentato sul lungo tempo necessario a redarre un testo minimamente decente, e sul fatto che tante volte ho cose più interessanti ed appaganti da fare per me rispetto allo scrivere. Luca ha convenuto che la scelta tra "bloggare e vivere", laddove si ponga, è giusto che si risolva in favore della seconda opzione.

L'altro evento, la cui soluzione è al contrario tristissima, è la morte di Luciano Comida, autore di libri per ragazzi e del blog "Nuovo ringhio di Idefix", conosciuto per comuni letture in rete e frequentato solo virtualmente. Luciano ha scritto a febbraio un post in cui raccontava degli esami a cui si era sottoposto, e della neoplasia che gli avevano diagnosticato. Un male dal decorso fulminante che lo ha portato via nel giro di una manciata di settimane.

Comida era un blogger molto più assiduo di me, molto più motivato a raccontare il pubblico ed il privato, la passione per la musica, per i libri, per la politica, quest'ultima mortificata ormai da anni nel nostro disgraziato paese da una destra sfrontata e da una sinistra imbelle. Scriveva molto, tranne in quest'ultimo periodo, per motivi che posso immaginare. La prospettiva di aver poco da vivere stravolge le priorità, e relega le cose meno importanti al posto che loro spettano.

Inevitabilmente mi sono proiettato nella sua sitazione. Che ne sarà ora del blog al quale tanto tempo ha dedicato, in cui tanta passione umana e sociale è stata investita? Resterà lì, sorta di monumento funebre ad una persona che non è più. Sempre meno visitato col passare del tempo, con gli scritti che lentamente sbiadiscono ed ingialliscono (metaforicamente) man mano che lo scorrere del tempo li trascina in un passato lontano e non più immanente.

Sorte che, in un tempo sperabilmente lontano, toccherà anche a questo blog con tutti i suoi commenti. Immagino, nella fantasia, che qualche mio discendente passerà prima o poi del tempo a frugarlo, alla ricerca di qualche briciola di presenza che gli racconti chi ero, cosa facevo, cosa sognavo. Già oggi i miei lettori sono una manciata (sempre tanti in confronto al poco che scrivo), smettendo di aggiornarlo sparirà dalle indicizzazioni di Google e finirà in qualche archivio informatico, giustamente dimenticato dal mondo che va avanti.

Questo, caro lettore/lettrice, è il mio "mood" attuale, e non ti stupirà sapere che di tante cose che avrei da scrivere e raccontare  se ne trovassi il tempo, la maggior parte probabilmente non vedrà mai la luce. In questo momento fatico a dar loro la necessaria priorità, ed a rubar tempo all'esistere.

Pianificare una nottata osservativa, un anno dopo…

Circa un anno fa, con la compilazione di un efficiente listato di oggetti deep-sky, pensavo di essermi messo l’anima in pace per un periodo discretamente lungo. Immaginavo che l’osservazione di più di 600 oggetti mi avrebbe richiesto anni, invece le cose sono andate diversamente. Complice l’affinamento dell’esperienza e, soprattutto, l’individuazione di siti osservativi migliori, quell’elenco comincia ora a mostrare i propri limiti.

In questa fase della mia passione per l’osservazione del cielo prevale l’approccio “quantitativo“: voglio cercare di osservare il maggior numero di oggetti possibili per farmi un’idea precisa della loro distribuzione nel cielo. In un secondo tempo mi riservo di dedicare più tempo all’osservazione in dettaglio dei singoli oggetti più cospicui.

La “marcia in più” che mi ha consentito di esplorare il cielo a ritmi prima impensati consiste in una serie di mappe “a perdere“, ed è stata testata nei due scorsi weekend. Anziché maneggiare un atlante di tutto il cielo, metodo eccessivamente dispersivo, ho stampato dal “Taki’s 8.5 Magnitude Star Atlas” solo le carte delle zone meglio visibili in questo periodo. È una modalità mutuata dal lavoro preparativo fatto sul Clark’s: dividere il cielo in dodici “fette” di due ore l’una per “lavorare” solo sugli oggetti più prossimi alla culminazione.

Al Deepsky Reiseatlas ho invece “rubato” l’idea di marcare sulle mappe gli oggetti più interessanti mediante un cerchio pari al diametro dell’area visibile nel cercatore. Non utilizzando un cercatore ottico ma un semplice puntatore laser, rispetto all’originale ho tracciato sulle mappe, intorno agli oggetti selezionati da Clark, dei cerchi molto più stretti, corrispondenti al campo visivo dell’oculare “a largo campo” da 32mm (1,5° di campo reale, pari a tre volte il diametro apparente della Luna). L’operazione è stata effettuata manualmente usando il foro centrale di un CD ed una penna.

Puntando col laser ed osservando direttamente nell’oculare a largo campo sono riuscito a rintracciare la maggior parte dei target con estrema efficacia, tanto da esaurire in breve tempo tutto quello che mi ero ripromesso di osservare e ritrovarmi a “spazzolare” (con relativamente poco costrutto) anche tutta una serie di galassiette minori. In pratica il vantaggio di avere gli oggetti interessanti già marcati sulle mappe si è tradotto in un risparmio enorme nei tempi morti tra un’osservazione e la successiva.

L’uso di mappe “a perdere” consente poi di prendere appunti direttamente su di esse, anche semplicemente sottolineando gli oggetti già osservati ed inserendo annotazioni riguardo a quelli più appariscenti.

I passi successivi non potevano che essere l’estensione del numero di oggetti “interessanti” ben oltre la selezione di Clark e l’integrazione dei “marker” circolari direttamente sulle mappe digitali, in modo da poterle ristampare già pronte nei mesi ed anni successivi. Impossibilitato ad intervenire direttamente sui file originali di Taki (in formato PDF) li ho esportati come immagini Jpeg ed elaborati con un software di fotoritocco open source (The Gimp).

La cosa più impegnativa è però stata rimetter mano al database in formato Excel del Taki Atlas per riorganizzarlo. Taki ha inserito per ogni oggetto un riferimento alle selezioni effettuate dai visualisti (non solo Clark, ma anche i cataloghi Caldwell, BestNGC, Herschel 400 ed altri… molti oggetti sono coincidenti, ma molti altri no). In questa seconda elaborazione ho integrato tutti gli oggetti segnalati nei diversi cataloghi (poco meno della metà del totale) evidenziandoli rispetto agli altri con un semplice effetto grassetto.

Quindi ho suddiviso l’intero elenco di poco meno di 3000 oggetti in 12 “fette di cielo” di due ore l’una, e mi sono messo al lavoro per marcare sulle mappe quelli selezionati come più interessanti (al momento sono riuscito a completare la “tranche” 14-16h, corrispondente grossomodo alla zona di cielo che passerà al meridiano tra mezzanotte e le 2.00 nel prossimo weekend di luna nuova, e 16-18h, ovvero le due ore successive, fino alle quattro del mattino). Ogni “pacchetto” contiene un file PDF con il listato degli oggetti (suddivisi per mappa) e le mappe complete di “marker” fino ad una latitudine celeste di -35°.

00-02h

02-04h

04-06h

06-08h

08-10h

10-12h

12-14h

14-16h

16-18h

18-20h

20-22h

22-24h

Galassiette rubate al maltempo

(la "catena di Markarian" nell'ammasso di galassie della Vergine)

La primavera è un periodo dell'anno in cui risulta sempre estremamente difficile organizzare una decente nottata osservativa. La situazione meteo è complicata dal cambiamento delle temperature e di conseguenza è pressoché impossibile organizzarsi col necessario anticipo. A questo si aggiunga la presenza della Luna, che di fatto rende inutilizzabili la metà dei week-end del mese, ed il quadro è completo.

Per far fronte a ciò mi sono recentemente adattato a modificare la mia strumentazione in modo da renderla più facilmente gestibile e poter sfruttare anche finestre temporali prima precluse. Poter decidere di partire sul momento senza l'incubo di movimentare decine di chilogrammi di ingombrante telescopio si sta in effetti rivelando una mossa vincente.

È quello che ho potuto fare domenica sera, dopo una mezza giornata piacevolmente spesa a pedalare con Manu prima nei parchi di Roma sud quindi sull'argine del Tevere. La giornata, prevista con "nubi sparse", è inaspettatamente esplosa in una soleggiata e calda anticipazione dell'estate, tanto da convincermi a mettere in piedi una serata osservativa.

Scartata per meteo ancora ballerino l'opzione Campo Felice ho ripiegato sul sito "invernale" di Monte Romano. Imbarcata la strumentazione in macchina sono arrivato all'imbrunire, ho scelto una postazione idonea per "osservatore singolo" ed ho tirato su il dob, risultando pienamente operativo già per le 21.30.

In realtà tutta questa "operatività" è stata in parte vanificata dallo spettacolo di fuochi pirotecnici organizzato in una spianata poco distante (un chilometro circa). Una festa organizzata nel bel mezzo del nulla, lontano dal paese. Per un buon quarto d'ora ho avuto lampi colorati nell'oculare mentre cercavo di osservare. Questa ancora mi mancava!

La qualità del cielo, complice l'elevata umidità e probabili velature in quota, si è rivelata al di sotto delle aspettative, del tutto confrontabile con quello del primo aprile scorso da un sito teoricamente più vicino a Roma. Un cielo, comunque, ancora in grado di mostrare galassie, almeno in prossimità dello zenit.

La zona di cielo a cui mi sono dedicato, e per la quale avevo approntato una serie di mappe ad hoc, è quella compresa tra l'Orsa Maggiore, i Cani da Caccia e la Chioma di Berenice. Leone e Vergine si sono rivelate infruibili perché, nonostante la notevole altezza sull'orizzonte, proiettate in una direzione troppo danneggiata dalle luci di Civitavecchia e Roma.

Quello che segue è un resoconto (non cronologicamente ineccepibile) degli oggetti osservati ed appuntati sulle mappe "a perdere". Gli "appunti" consistono in sottolineature per gli oggetti visti, lettere ("B" per brillante, "F" per flebile, "T" per "di taglio") e punti esclamativi per gli oggetti più belli.

La prima galassia che ho, purtroppo infruttuosamente, cercato è stata NGC 4236 (Caldwell 3), appunto senza esito, forse per il cielo ancora non completamente scuro (mi sono ripromesso di tornarci su più tardi, ma poi ho dimenticato di farlo…)

Andato a vuoto il primo oggetto un po' difficile sono tornato ai classici, anche per verificare le condizioni del cielo: M81, M82 ed NGC 3077, tutte tre individuate senza problemi.

Quindi sono passato alla coppia di galassie interagenti NGC 44854490 accanto a Beta CvN, visione molto al di sotto di quella di febbraio ma comunque individuate entrambe.

Da lì, per prossimità, ho buttato un occhio a M94, ad NGC 5005 (Caldwell 29) annotata come "Brillante e di taglio" (!!), ad NGC 5033 (!) anch'essa di taglio e, seppure "fuori programma", ho cercato la coppia NGC 46184625: viste ed annotate come "molto deboli".

Poco sotto ho cercato e trovato NGC 4244 (Caldwell 26) (!!) una bella galassia di taglio, quindi NGC 4145, "piccola e debole".

Salendo verso l'Orsa Maggiore ho individuato la coppia NGC 4449 (Caldwell 21) (!!!) e NGC 4460 (flebile)

Intorno ad M106 (!!!) ho spazzolato un po' di galassiette deboli: NGC 4217, 4248, 4220 e 4218, la NGC 4346 (flebile e piccola) e la NGC 4357 (molto flebile)

Salendo ancora verso Gamma Uma la NGC 4157 (!! di taglio) la coppia NGC 4088 (!) e 4085 (F) con accanto NGC 4026 (T) non trovando traccia della debole compagna MCG+09-20-52

A questo punto, dopo un breve "saluto" alle vecchie amiche M109, M108 e M97 sono sceso verso la Chioma di Berenice. Al confine coi Cani c'è NGC 4395, da me annotata come "larga e molto debole"

Quindi una "doppia coppia" davvero spettacolare formata da due galassie di taglio con deboli compagne: NGC 4631 (Caldwell 32) (!!!) con accanto NGC 4627, e nello stesso campo le galassie interagenti NGC 4656 (!!) e NGC 4657 ("piccola e molto debole")

Poco sotto ho annotato NGC 4494, NGC 4559 (Caldwell 36) (!) e NGC 4565 (Caldwell 38), che con i suoi quattro punti esclamativi (!!!!) si candida come l'oggetto più bello della serata

Non distante, di un quartetto di galassie, sono riuscito ad individuare solo NGC 4889 (Caldwell 35) annotata come flebile, ed NGC 4874

Vicino all'Alfa della Chioma mi è sfumata la possibilità di osservare in uno stesso campo due ammassi globulari, accanto ad M53 non c'è stato modo di individuare NGC 5053…

Un'occhiata al centro del Virgo Cluster ed una spazzolata alla Markarian's chain mi ha fatto desistere dall'approfondire quell'area, purtroppo troppo penalizzata dall'IL

Altri oggetti osservati en passant come "vecchie conoscenze": M101, M63, il Leo's Triplet, M13, M3

A questo punto,consapevole della giornata lavorativa dell'indomani, essendo ormai le 23.30 (come passa il tempo quando ci si diverte…) ed in presenza dei primi segnali di "crollo", ho sbaraccato e me ne sono tornato "a casuccia", atterrando nel letto solo verso l'1.30.

Considerazioni aggiuntive:

Vale la pena sobbarcarsi più di un'ora di macchina per trovare un cielo discreto anche solo per meno di due ore di osservazioni (a patto di farsi una scorpacciata di galassiette).

Il Sumerian mi ha affiancato in questa scorribanda con estrema semplicità d'uso (nonostante i tempi relativamente lunghi per l'assemblaggio ed il disassemblaggio).

Mi sono reso conto per la prima volta dell'indispensabilità del paraluce a disco contrapposto al portaoculari.

Il puntatore laser unito al grado e mezzo di campo dell'oculare da 32mm rende il 12" un cecchino infallibile, pochissimi degli oggetti riportati sulle mappe non sono risultati visibili o trovabili (e non per errori di puntamento).

Della ventina di mappe che avevo approntato sono riuscito ad esplorarne degnamente solo un paio, e razzolare oggetti sparsi da altre tre o quattro.

A telescopio già bello che smontato mi sono reso conto di non aver dato nemmeno un'occhiata a Saturno

Ogni uscita è un gradino di esperienza in più, peccato siano così dilazionate nel tempo.

Tornare a casa trascinandosi dietro il telescopio "a trolley" anziché spezzarsi la schiena a movimentare le basi di truciolato vale ogni euro speso per il Sumerian!