Una disarmante perdita di tempo

Questo blog si avvicina al compimento dei tre anni di vita e comincia a mostrare i segni dell’età. I post sono sempre più rarefatti, le occasioni di scrivere qualcosa di nuovo ed originale sempre meno frequenti. In più, l’impegno richiesto dal mantenerlo in vita mi appare sempre meno giustificato.

In tre anni molte cose sono cambiate. È cambiato il blog, per accumulo di informazioni, sono cambiato io ed un po’ è cambiato anche il mondo là fuori. Tre anni fa il fenomeno blog non aveva ancora imboccato la china discendente che al momento attuale mi pare incontestabile. Un modo di fare comunicazione, di dialogare in rete, ha raggiunto il suo apice e si avvia ad un lento declino.

Al suo posto registriamo l’avvento di un "social network" generalista come Facebook, sconfinato tritatutto di briciole di pensiero e di esistenza, di micro-rappresentazioni di sé, fugaci ed effimere, perennemente trascinate via nell’oblio.

Facebook è estremamente più tempestivo dei blog, e tanto più vicino alle chiacchiere da bar, nelle quali gli italiani sono storicamente versati, da risultare un avversario imbattibile. La fatica, quotidiana o meno, di produrre senso, di sviluppare ragionamenti di pur minimo spessore, si scontra con il tritatutto omnicomprensivo, e deve cedere il passo.

Accanto a Facebook, il dispiegarsi di innumerevoli strumenti di dialogo e conversazione risucchia una quantità incredibile di tempo, energie ed attenzione. Internet ha sì moltiplicato a dismisura le nostre potenzialità comunicative, la possibilità di acquisire informazioni, di masticare e digerire la sconfinata complessità del mondo e di intervenire in tempo reale nei processi in atto, ma a quale prezzo?

Quello che non era ovvio all’inizio lo diventa via via, strada facendo. La possibilità di fare più cose passa attraverso la necessità di sacrificare più tempo per realizzarle, ed una migliorata efficienza non produce "ipso facto" un equilibrio.

Così la mia vita "social-virtuale" si è rapidamente trasformata in un frenjetico rimbalzare da un forum a un blog, ad una mailing-list, ad una newsletter, passando per gli aggregatori, lasciando un commento qui, una battuta là, una riflessione abbandonata nel mare magno di un flusso di coscienza collettivo ed inarrestabile.

Ed in tutto questo la sensazione di perdersi, di non concretizzare nulla, di non riuscire a fissare che briciole di senso, per tempi brevissimi, e perderle subito dopo.

Che fine hanno fatto le riflessioni che qualche anno fa ci impegnarono per così tanto tempo? I dialoghi pubblici in cui sfoderavamo arti dialettiche ed argomentavamo su temi ancor oggi attuali? Quanto di quello sforzo ha valso un minimo risultato?

La capacità della rete di ritenere le informazioni ad libitum, il fatto che tutto quello che vi viene scritto sopra resti conservato per tempi indefiniti, è parso anni fa come un serbatoio vastissimo in cui riversare i nostri pensieri. Ora appare più prosaicamente come uno sterminato magazzino, in grado di conservare ancora ogni singola traccia del nostro passaggio, ma in mezzo a quantità talmente sterminate di altra informazione da renderla parimenti insignificante.

Il semplice fatto di tenere in vita un blog, a tre anni di distanza dalla sua creazione, appare ogni giorno di più uno sforzo generoso quanto inutile.

15 pensieri su “Una disarmante perdita di tempo

  1. C’é sempre qualcuno come me che prova piacere nel leggerti, se fossimo su FB ti metterei solo un "mi piace" sul tuo link, anzi mi sa proprio che lo vado a fare.
    Remo

  2. Marco, non è stata una perdita di tempo ma niente è eterno e tutto si trasforma. Poi non esagererei su facebook perchè forse la sua formula senza moderatori può dare qualche garanzia di maggiore democraticità dialettica che i forum e i blog non hanno.
    A guardare bene non è neanche lo strumento il problema vero ma è che si pensa di meno e quindi si hanno meno idee.
    Alla fine meglio un social network che le omelie di un 90° minuto o di un grande fratello.

  3. Caro Marco; grazie per lo sforzo e l’impegno che profondi, grazie per gli stimoli alla riflessione e le finestre che apri.
    M!!!

  4. Ci vuole pazienza, ormai stai a invecchià.

    Io rimango dell’idea che non è il mezzo in se, ma l’uso che se ne fa.
    FB, forum e anche qualche blog (non tutti) sono ottimi mezzi per tenersi in contatto e diffondere idee e notizie, ma dietro deve esserci poi un personale approfondimento, una ricera, una riflessione.
    Se molte persone si fermano ai 120 caratteri temo sia un problema di hardware: i loro neuroni sono limitati.

  5. @ Remo
    Come faccio a sapere che mi leggi se non rispondi/commenti mai? E poi lo scambio vuole essere bidirezionale, io ti dono le mie riflessioni, mi aspetto che tu faccia altrettanto, o almeno ci provi…

    @ Francesco (#2)
    La "formula senza moderatori" avrà anche dei vantaggi, ma Facebook è veramente effimero. Tutto quello che ci scrivi sopra scorre via nel giro di poche ore. Poi ti voglio, a distanza di anni, a ritrovare un pensiero, un’idea.

    @ M!!!
    "…e le finestre che apri"
    Quello non dipende da me, è Windows che funziona così…

    @ Mamaa
    Io invece rimango dell’idea di McLuhan, che il mezzo è il messaggio.
    FB è una sorta di Taze-Bao permanente in cui le persone ragionano per slogan. Impossibile farci altro.

  6. Se perdi tu il tempo a scriverlo, figurati noi che ti leggiamo!!!!

    Dai, non ti buttare giù. Certo, con un intelletto come il tuo potresti fare qualcosina di più.

    Hai presente un certo Roma Ciclista? Che blog, quello sì!

    Il Marziano:-)

  7. C’é una differenza fra il blog e i vari forum e social networks: sul blog (almeno io) scrivo e pubblico quello che penso e che mi piace. Cioè, scrivo per me. Se qualcuno mi legge sono contento, ma non è quello il fine.
    Sui forum e sui social network mi informo, mi aggiorno, rispondo, prendo o disdico impegni, insommqa, faccio un’altra cosa.
    per quanto riguarda il tuo canguro (mammifero bipede), a me piace leggerlo. Ma questo non dovrebbe influenzare la tua disponibilità a proseguire.
    magociclo

  8. Ciao Marco! Tre anni, congratulazioni. Noi facciamo futura9 da 8 mesi ormai, duro, ogni giorno un articolo! Io leggo soltanto tre blog: Dean Radin, Entangled Minds; Steven Shaviro, The Pinocchio Theorie; Marco Pierfranceschi. è, naturalmente, tutt’altro di Facebook. E non è un giornale. Un giornale mi da le novità – e basta. Ma il tuo blog co arrichisce veramente, perché si tratta di un pensiero (insieme con diversi pensieri) che sono stati ordinati, che ci danno da pensare e tuttp questo non si perde per niente. Così un paio di persone si danno qualcosa di importante, tutti sacrificono tempo e vengono ricompensati. Grazie dal tuo fedele lettore Manfred.

  9. Tu sai scrivere. E scrivi cose che sono belle da leggere.
    Ecco il motivo per avercelo, il blog.
    Il pezzo su I Will survive era grandissimo. Per dire…

    tic

  10. Avevo solo bisogno di ritrovare i "miei lettori".

    @ Paolo
    Sono d’accordo sul fatto che un blog è qualcosa che "si fa per sé". Solo che la cosa che io vorrei "fare per me", attraverso il blog, è scambiare idee e riflessioni con gli altri, non appoggiare parole su un server on-line.

    @ Manfred
    Spero di essere sempre all’altezza della considerazione che mi tributi… Grazie!

  11. Ma orcocan noi qua dal Nord Est ti si legge sempre, anche quando non si riesce a lasciar un commento immediato…. Chiaro che un blog non può cambiare il mondo, ma francamente io ho trovato più gente a me affine tramite internet che in 33 anni di vita nel mio paesello.

    Yod

  12. il mezzo è il messaggio, dunque ogni messaggio richiede un mezzo specifico: se facebook è immediato, poco riflessivo, il blog è altro. forse non è più "di moda", ma non per questo è meno valido. non mi sono mai iscritto a facebook, può essere che sia un orso a cui non interessa riprendere contatti con vecchi amici e compagni di classe oppure che preferisca trovare nuovi spunti e approfondimenti, per cui preferisco seguire qualche blog. come il tuo, dove capitai non ricordo da dove qualche mese fa ed ogni tanto torno a leggere: a volte tratti argomenti che m’interessano, altre volte magari no. ma se facebook è come trovarsi al bar, leggere un blog è come trovarsi ospiti in casa di altri: graditi, si spera.
    frank

  13. Gli ospiti, da queste parti, sono sempre i benvenuti. All’inizio ero preoccupato del rischio troll, ma evidentemente tali soggetti preferiscono altri "habitat".
    La tua frase sulle cose "non interessanti" però mi ha dato da riflettere. Non tanto perché ritenga di fare e scrivere unicamente di cose interessanti, quanto perché mi sembra di scrivere in molti ambiti e contesti sempre delle stesse idee di fondo. Ovvero ho la sensazione di star sperimentando esperienze simili in contesti diversi, ed il fatto che molte di queste "diverse sfaccettature dello stesso problema" (la vita, sostanzialmente) non riesca a farle "arrivare" agli altri un po’ mi dispiace.

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