Già, "di cosa parla" questo romanzo? Di tutto, in realtà. Della vita, dell’amore, della morte, del dovere, delle piccole cose minuscole, quotidiane eppure essenziali di cui è fatta la nostra esistenza, e delle quali spesso non siamo neppure consapevoli. L’autrice riesce ad attirare la nostra attenzione su dettagli talmente minuscoli da mostrarci la trama stessa dell’esistenza, come a descrivere un dipinto non già narrando quello che vi è raffigurato, ma raccontando ogni singola pennellata.
Il risultato è stupefacente, perché nell’appassionato dipanarsi di vite assolutamente comuni al lettore viene svelato l’appassionante romanzo della propria vita, quasi in un tentativo di insegnarci a vedere e leggere avvenimenti ai quali non siamo capaci di prestare attenzione, e che appena passati finiscono ben presto dimenticati, sostituiti da altri, in un continuo fluire.
Perché l’attenzione (come, in un vecchio proverbio, "la bellezza") sta nell’occhio di chi guarda. L’intensità delle emozioni sta nella nostra sensibilità, nella nostra capacità di comprensione, nella nostra empatia. E ci vuole un libro come questo, minimo e perfetto come una "Gioconda" della letteratura, per disvelare la grana grossa (spesso grossolana) di tanta narrativa "mainstream" di cui quotidianamente ci cibiamo.
Nella mia esperienza di lettore la cosa più simile a questo libro incontrata fin qui sono probabilmente i primi, sfortunati, tentativi di Philip K. Dick di scrivere romanzi non "di genere". Cose come: "Confessioni di un artista di merda", "L’uomo dai denti tutti uguali", "In terra ostile". Narrazioni troppo perfette della quotidianità per essere comprese ed apprezzate nel periodo storico in cui vennero scritte.
P.s.: ovviamente, un grazie a TIC per la segnalazione.
Devo dire che il fatto che Tic mi dica “Che bel libro, Mammamia” qualsiasi roba legga, fa un po’ sfumare l’importanza del suo giudizio. Per questo non avevo badato molto al suo commento anche riguardo a questo libro, ma se tu dici che è molto bello, allora ce credo, e me lo dovrò leggere….
Yod
Beh, a me è piaciuto (ed ha uno stile non troppo lontano dal tuo).
Fa una cosa, visto che ce l’hai in giro per casa aprilo e comincia a leggerlo… se ti piacciono le prime due o tre pagine ti piacerà anche il resto. 🙂
E fammi sapere che ne pensi, mi interessa il tuo giudizio.
Ciao a tutti i commentatori abituali del blog da un “lurker” che legge (quasi) tutto ma non commenta (quasi) mai.
Colgo l’occasione di questo post “letterario” per segnalarvi un’idea che sta prendendo sempre più forma, suggeritami (anzi, fortemente raccomandatami) da un piccolo editore a cui ho di recente mandato un mio manoscritto e che si è mostrato interessato a ciò che scrivo: aprire un blog fortemente indirizzato verso il mondo dei libri, sia dal punto di vista parte del lettore che di quello dello scrittore.
Dovrebbe chiamarsi “Leggere&Scrivere”, o qualcosa di simile.
Ve ne darò notizia appena avrò le idee più chiare su come andrà impostato. Ovviamente saranno invitato a partecipare attivimente tutti gli avidi lettori e/o gli scrittori dilettanti e non di mia conoscenza…
Ciao da Gianni
Scusate la quantità induistriale di refusi nel commento precedente, non proprio un bel biglietto da visita per uno che si presenta come un aspirante scrittore… ma sto a fà un po’ un casino con la tastiera! 😉
Ahimè lo dovrò prendere in biblioteca… Tic mi impedisce di avvicinarsi ai suoi tomi…
Adesso sono alle prese con IL Gattopardo, che (vergogna) non avevo mai letto…
Yod
@ Gianni
Tenere un blog è di per sé un bell’impegno, tienilo presente. Per quanto mi riguarda cercherò di contribuire, ma non aspettarti miracoli (per dire, ho un post “musicale” che aspetta da martedì di essere completato, e più di un pezzetto al giorno non riesco a scriverne…).
@ Yod
Questo attaccamento maniacale ai libri mi pare un filino eccessivo… (come disse Joe Eufemismo), ma se non te lo lascia sfogliare lui puoi sempre “assaggiarlo” in libreria.
Vorrei rispondere io a Gianni, avvertendolo che il suo rischia di diventare un blog accanto alle migliaia di blog che già esistono sul tema. Ne cito solo i due più famosi:
blogoz e leggendo-scrivendo.
@MB: attaccamento eccessivo, sì. Joe Eufemismo ha ragione. Sgrunt. Però devo dire che a differenza sua io non ho necessità di possedere il libro: per cui lo prendo in biblio e solo se mi colpisce molto lo compro. Mi è successo con non più di due-tre libri, ultimamente, ma ne ho letti il triplo elevato alla terza potenza.
Y.