Quest’anno ricorre il decennale della redazione di un mio lungo articolo intitolato “Bicicletta e trasporto sostenibile” da parte della rivista “Gazzetta Ambiente“, edita dal Poligrafico dello Stato. Una rivista che pochissimi conoscono, essendo rivolta pressoché esclusivamente ai pubblici amministratori.
In quel breve saggio, pubblicato nel gennaio 2000, facevo il punto sulle potenzialità di sviluppo della mobilità ciclistica e sui vantaggi che la crescita dell’utilizzo della bicicletta avrebbe comportato per l’intera collettività, prendendo in considerazione diversi possibili approcci.
L’articolo ebbe una discreta eco soprattutto fra i cicloambientalisti, trovando una sua collocazione più propria e fruibile sul sito della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus), e successivamente sulle pagine web dell’associazione Ruotalibera-Fiab (di cui ero, all’epoca, presidente).
Di fatto, però, restò lettera morta. Dei molti interventi suggeriti ed auspicati pressoché nessuno venne intrapreso. Da allora dieci anni sono trascorsi inutilmente, e siamo ancora al punto di partenza, mentre realtà culturalmente e socialmente più avanzate, “su al nord“, hanno nel frattempo compiuto passi enormi.
Nonostante questo l’uso della bici è comunque cresciuto, lentamente e dal basso, senza significativi aiuti da parte delle amministrazioni locali e nazionali. Pochi anni dopo la pubblicazione dell’articolo vedrà la luce il fenomeno “Critical Mass” (di cui lo scritto, ovviamente, non fa menzione…) a rilanciare l’utilizzo urbano della bicicletta.
Ancora più in là sarà la pesante irruzione del “Web 2.0“, con blog, forum e gruppi di discussione, a rendere accessibili progetti, contenuti ed informazioni di varia natura sulla bici ed i suoi possibili utilizzi a moltissimi neo-ciclisti.
Oggi le idee illustrate in quell’articolo sono meno “di nicchia“, direi molto più diffuse ed ormai di patrimonio comune, ma certo dieci anni fa pochissimi erano in grado di sognare un mondo a misura di bicicletta, e di provare a suggerire strategie per realizzarlo. Io ero tra quelli, ma non è che sia servito a molto, altri addirittura non ci sono più.
L’articolo, per chi abbia voglia di leggerlo, è scaricabile da qui in formato PDF.