Ricordo la perplessità con cui alla fine mi decisi ad acquistarlo. La fantascienza era per me, sulla soglia del mio sedicesimo compleanno, ancora una faccenda terribilmente seria. Quel libro pose fine a tutto ciò: mi fece letteralmente rotolare dalle risate. Addirittura finii coll’impormi di smettere periodicamente di leggerlo per non arrivare troppo presto alla fine. Riuscii così a farmelo durare un giorno e mezzo. Era irresistibile: ridevo fino alle lacrime.
Adams aveva quella rara capacità di mettere in ridicolo le mille stupidità dell’Umanità traendone situazioni esilaranti. L’Universo era per lui un luogo completamente assurdo, nel quale le creature dotate di intelligenza si sforzano di mettere ordine, riuscendo solo a renderlo ancora più assurdo.
Eppure, al pari del Candido di Voltaire, l’intera "trilogia in cinque volumi" (definizione dell’autore) della "Guida Galattica", è un’opera profondamente morale, in cui si ricercano veramente le risposte alle "grandi domande sulla Vita, l’Universo e Tutto Quanto" andando per esclusione: ovvero elencando le risposte sbagliate. In pratica tutte quelle che la modernità, la "società dei consumi", ci offre in continuazione, giorno dopo giorno, su un piatto d’argento.
Convinto ambientalista fino all’ultimo, come scrittore Adams ha messo alla berlina, con un irriverente sarcasmo iconoclasta, le icone dominanti della cultura pop, dell’edonismo sfrenato, degli integralismi religiosi, della vuota superficialità. Finendo col maturare, nell’ultimo volume, un disperante senso di angoscia per le sorti di questo mondo.
Douglas Adams ci ha lasciato nel 2001, stroncato da un attacco cardiaco all’età di 49 anni.
Se non vi ho ancora convinto ad acquistare e leggere i suoi romanzi, potete trovarli a questo link e scaricarli in formato PDF:
Io ho appena terminato di rileggere il secondo episodio: "Ristorante al termine dell’Universo". Una sola parola: Grandioso!